In particolare, i dati raccolti attestano che le denunce e l’emersione della violenza avvengono in un contesto dove i servizi di sostegno sono presenti e continuativi soprattutto per le fasce più deboli e le donne con figli. In questo senso agisce la misura concreta di sostegno introdotta in Trentino. “L’assegno di autodeterminazione - aggiunge Segnana - punta a rafforzare il sistema di protezione già applicato in provincia di Trento; è infatti slegato dalla prestazione lavorativa, dalla cittadinanza e dalle condizioni di soggiorno e serve come garanzia di indipendenza economica, e dunque concreta forma di sostegno, per le donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita da relazioni violente”.
La misura consiste in un assegno mensile pari a 400 euro, ridotto a 200 euro se la richiedente è ospite di una struttura residenziale socio-assistenziale che garantisce anche il vitto.
L’assegno è corrisposto per un periodo minimo di tre mesi e massimo di dodici mesi sulla base di quanto previsto dal piano personalizzato di intervento.
Le risorse utilizzate per finanziare questo intervento economico sono interamente provinciali.