Nel tennis, come nella musica, il segreto è trovare il ritmo giusto. Lo sanno bene Flavia Pennetta, leggenda e icona del tennis, e Sarah Toscano, giovane promessa della musica con il tennis nel sangue. Due storie così diverse, eppure legate dalla passione viscerale per la racchetta, che è entrata molto presto nelle loro vite.
“Mio padre è stato un grande sportivo e un grande coach, è sempre stato super presente, così come mia zia, maestra di tennis”, racconta Pennetta. Un destino che era già scritto nelle stelle. “Prima o poi la racchetta l’avrei presa”, sorride la tennista, davanti ad una vecchia foto di lei da ragazzina con l’amica e collega Roberta Vinci.
“Quando mi capita di tornare a casa a Vigevano, riprendo in mano la racchetta”, rivela Sarah Toscano, una ex tennista prestata alla musica, con alle spalle un passato nell’agonismo. Un’avventura cominciata, anche per lei, a soli 4 anni, per proseguire una tradizione di famiglia. “I miei genitori e un po’ tutti in famiglia giocano a tennis”, ha detto Toscano. Nonostante abbia scelto di abbandonare la carriera sportiva per quella musicale, Toscano si porta dentro molto di quell’esperienza, che l’ha aiutata a temprare la sua indole combattiva: “Sono sempre stata molto competitiva, entravo in campo e dicevo: adesso li batto tutti”. Dalla carriera agonistica Toscano ha poi imparato una lezione importante anche per la musica. “La determinazione. Ci vuole tanto tempo per scrivere un pezzo, anche prima di imparare a stare sul palco ce ne vuole... Mi rendo conto che c’è ancora tantissimo da fare”, ammette la ragazza. “Anche la competitività – aggiunge - ma una sana competitività. Nella musica non è competitività con gli altri ma con me stessa”. Due carriere che richiedono fiato e coraggio da vendere. “Un bravo cantante è un bravo atleta, ci vuole fiato, stare sul palco è uno sport, se ci metti tutto quello che hai”, chiosa la cantante. Dal tennis,
Flavia Pennetta ha imparato invece l’importanza di accettare la sconfitta. “Sono più i punti persi di quelli che ho vinto”, ha affermato la campionessa pugliese facendo eco a Roger Federer. “Noi lo riportiamo nel tennis ma nella vita quotidiana ognuno lo rapporta a quello che fa”, considera Pennetta. Un’esperienza dolorosa ma necessaria, che la tennista ha vissuto più volte in prima persona. “Dopo una brutta sconfitta a 12 anni ho detto: adesso basta, mi ritiro”, sorride Pennetta, ripensando alla sua brillante carriera costellata di successi. Particolarmente cocente la sconfitta ai quarti di finale nel 2011 agli Us Open con Angelique Kerber. “Uscita da quel campo ricordo una delusione gigantesca e i pianti per due giorni. Ma l’allenatore mi ha tranquillizzata e ha detto: adesso torniamo in campo e continuiamo ad allenarci”, racconta l’ex campionessa. Nel 2015 avrebbe poi vinto la stessa competizione contro l’amica Roberta Vinci, scrivendo una pagina del tennis da incorniciare. L’emozione di quel momento rimane vivida a dieci anni di distanza. “Ho chiuso quella partita con un colpo che non mi era mai venuto neanche in allenamento”, ricorda con stupore la leggenda del tennis. Adesso Pennetta si prepara a vivere una nuova avventura: sarà tedofora alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026. “Sono così orgogliosa di essere protagonista di questo momento storico del nostro paese”, ha rivelato al pubblico del Festival.
Le due protagoniste dell’evento hanno poi riflettuto sulla pressione mediatica sempre più forte sia nel mondo dello sport che dello spettacolo. “Mi trovo in un momento in cui i social sono molto attivi, qui si ricevono commenti sia da esperti che da non esperti - commenta Toscano – i social sono una grande possibilità, ma sono anche pericolosi, bisogna stare molto attenti a quello che si dice, ogni parola può essere fraintesa”.